Dario Spampinato/ilBlog

Dario Spampinato

schermidore & SCRITTORE

Da lungo tempo mi applico nelle arti che sono diventate le mie passioni per la vita: la scherma e la scrittura.
Non saprei dire quali delle due mi prese l’anima per prima.
Avevo una decina di anni quando cominciai a cimentarmi con esse. Inconsapevole. Per cui oggi mi ritengo un trovatore contemporaneo, un cantore spadaccino dei nostri tempi. All’occorrenza, la mia lama si tramuta in una penna e viceversa, entrambe toccanti, o taglienti, ma sempre pronte a descrivere arabeschi.

Amo l’introspezione e le grandi capovolte che il mio spirito libero fa trovandosi immerso nello scorrere del tempo della vita.
Pescatore delle storie che rovescio, credendo che il movimento per il cambiamento sia la cosa migliore da esplorare. Com-battente e de-scrittore. In fondo, nella scherma esiste il fraseggio e in una frase una parola può rivelarsi anche letale. Provengo da esperienze diverse. Ho condotto la mia vita in molti modi e non smetto mai di viaggiare che i miei pensieri vagano sempre, armati di fantasia.

NOTA: Il verbo “trovare” veniva anche utilizzato dall’ambiente dei pescatori, usi a battere con strumenti diversi le acque per spaventare i pesci e poi catturarli. Una volta li ho visti saltare, spaventati, direttamente dentro la loro barca!

Il Blog di Dario

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Pubblicazioni

Il barista francese

In una città sul mare, tre giovani presenze sovrannaturali si manifestano a un barista francese che gestisce un pub nel porto. La malavita locale causa agli abitanti sofferenze che attraggono le tre sconosciute entità; quando il barista viene ucciso, questi “ospiti speciali” del luogo decidono di modificare lo stato delle cose, e ripristinare la serena convivenza di tutti i cittadini. Come? La loro musica è strumento di morte, castigo micidiale dal suono suadente.

Tuttavia, quando sopraggiunge l’ora di tornare alla loro dimensione d’appartenenza, uno dei tre musicisti fa una scelta sorprendente, a costo di perdere il proprio dono, quel dono al confine tra il bene e il male, tra il mondo terreno e il mistero supremo. Una novella che accarezza il genere fantasy, quella di Dario Spampinato, in cui il mare è sfondo permanente e imprevedibile, come il destino, della ferocia e dell’amore, della vita e della morte. Del segreto imperscrutabile, intimo e universale, di una giustizia che trascende i confini dell’Uomo.

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Casa editrice: Le Trame di Circe
Progetto grafico: Creative Art Studio
Illustrazione di copertina: Valeria Panzironi

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Prologo

L’incessante richiamo degli uomini.

Non potevamo più resistere all’incessante richiamo terrestre. Gli uomini di laggiù parevano soffrire perpetuamente. Lo strazio del loro grido, la lenta morte della loro specie, annunciata come condanna ineludibile, ci spinse a colmare il loro vuoto. Saltammo, occhi chiusi, giù nell’abisso, non senza pregare. La nostra musica venne con noi. Le loro eco si sintonizzarono progressivamente con le nostre riceventi e, quando coincisero, in animo capimmo d’essere giunti. Ora siamo fatti come loro. In sintonia con loro. Ora vediamo l’origine del male. È una grande lusinga il lamento degli uomini e. perciò ne fummo volontariamente contagiati. È la loro imperfezione che ci muove a compassione e ci costringe, ormai da tempo, a vivere nell’asimmetrico mondo dissonante. Qui la discordia è ovunque e prende forme caleidoscopiche. Per cui, tutti s’affannano nell’erronea ricerca di futilità, dimenticando il primo amore. Nessuno, qui giù, è più innocente. Nemmeno i loro piccoli. Ormai il senso della grandezza originaria è perso e questa è la loro maledizione. O misere vite, da sole e per il tempo che vi resta, non potrete mai tacere questo dannato canto giacché le vostre odierne brame sono quelle di chi non ha, di chi pretende, di chi non s’accontenta e, così condannato, mai smette di cercare. Morite inquieti bisbigliando dimenticate preci… privi di melodia!